Nella casa di psiche ha preso dimora un ospite inquietante che chiede, con una radicalità finora sconosciuta, il senso dell’esistenza. Gli altri ospiti, che già abitavano la casa, obiettano che la domanda è vecchia quanto il mondo, perché, dal giorno in cui sono nati, gli uomini hanno conosciuto il dolore, la miseria, la malattia, il disgusto, l’infelicità e persino il “disagio della civiltà” a cui prima le pratiche religiose, poi quelle terapeutiche, con la psicoanalisi in prima fila, hanno tentato di porre rimedio. L’ospite inquietante però insiste nel dire che nell’età della tecnica la domanda di senso è radicalmente diversa, perché non è più provocata dal prevalere del dolore sulle gioie della vita, ma dal fatto che la tecnica rimuove ogni senso che non si risolva nella pura funzionalità ed efficienza dei suoi apparati. L’uomo soffre per l’“insensatezza” del suo lavoro, per il suo sentirsi “soltanto un mezzo” nell’“universo dei mezzi”, senza che all’orizzonte appaia una finalità prossima o una finalità ultima in grado di conferire senso. Sembra infatti che la tecnica non abbia altro scopo se non il proprio autopotenziamento. Di fronte a questa diagnosi, la psicoanalisi rivela tutta la sua impotenza, perché gli strumenti di cui dispone, se sono utilissimi per la comprensione delle dinamiche emotivo-relazionali, per i processi di simbolizzazione sono inefficaci. Qui occorre la pratica filosofica perché, fin dal suo sorgere, la filosofia si è applicata alla ricerca di senso. E mentre la psicoanalisi, nei suoi momenti più alti, si è limitata a curare le sofferenze dell’anima provocate dalle condizioni del mondo, ottenendo come risultato una presa di distanza individuale dal vuoto di senso, la filosofia non ha mai esitato a mettere in questione il mondo. Dall’insensatezza non si esce con una “cura”, perché il disagio non nasce dall’individuo, ma dal suo essere inserito in uno scenario, quello tecnico, di cui gli sfugge la comprensione. E se il problema è la comprensione, gli strumenti filosofici sono gli unici idonei per orientarsi in un mondo il cui senso, per l’uomo, si sta facendo sempre più recondito e nascosto..
Wijkman and Timberlake , Natural Disasters , 27 . 32. Wijkman and Timberlake , Natural Disasters , 49 . 33. Seager , New State of the Earth Atlas , 121 .
7. Sometimes the things that frighten you the most can be the biggest sources of strength. —Iris Timberlake or Most of us learn as we mature that strength.
28 It is therefore not difficult to reconcile Badiou«s references to historical ... On the one hand, Badiou«s major essays on Rancière all deal with the ...
Bayle offers a similar assessment in a letter to Minutoli: There has just been ... touchant la tran[s]substantiation, et leur conformité avec le calvinisme.
However, acceptance of the deal was driven in part by threats of worse to come should agreement ... see Northern Ireland (St Andrews Agreement) Act 2006, s.
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"This collection of works is ambitious, well documented, thoroughly—though not turgidly—referenced, and comprehensively indexed.
The essays in this volume deal with a wide variety of subjects - the essential distinction between the "ecofeminist" and the "ecofeminine," the link between violence and environmental exploitation, feminism's relationship to animal rights ...
6 Davies, Catharine Macaulay and Mercy Otis Warren, 228; Franklin Bowditch Dexter (ed.), The Literary Diary of Ezra Stiles (New York: C. Scribner's Sons, ...